Matteo Renzi potrebbe essere nominato presidente del consiglio incaricato entro domani. Il giuramento da premier avverrebbe già martedì e successivamente arriverà la fiducia delle Camere, dove i numeri non dovrebbero essere difficili da trovare per il segretario del PD. Almeno, non quelli per partire. Tuttavia, mentre si lavora alla nuova squadra di governo e i partiti cercano di collocarsi nella nuova arena politica, si vocifera che esisterebbe già un patto o quanto meno una certa sintonia sul successore di Giorgio Napolitano al Quirinale.
Entro qualche mese, infatti, il capo dello stato potrebbe dimettersi, specie se sarà approvata la legge elettorale che supera il Porcellum. Da qui, la necessità di trovare un nome, possibilmente condiviso. E il PD potrebbe ancora puntare su Romano Prodi, che scalpita per arrivare al Quirinale, ma in quel caso non sono escluse nuove defezioni, come i 101 franchi tiratori dell’aprile 2013. Di più: il clima di ostilità tra Forza Italia e la maggioranza sarebbe tale, da non consentire al futuro premier di fare alcuna riforma, con il rischio di presentarsi alle prossime elezioni con alle spalle un nulla di fatto.
Si dice, quindi, che Silvio Berlusconi e Matteo Renzi abbiano individuato un metodo per eleggere il nuovo capo dello stato in modo condiviso e un nome che non sia ostile al leader del centro-destra. Non è fantascientifico ipotizzare che i due si siano accordati già su una rosa di nomi, il che sarà svelato, quando nelle prossime settimane si riaprirà la partita del Quirinale.
Ma Renzi rischia anche all’opposto di apparire troppo schiacciato sulle posizioni del Cavaliere e gli elettori del PD potrebbero sentire puzza di bruciato sulla defenestrazione di Letta e l’arrivo trionfante del sindaco fiorentino a Palazzo Chigi.