Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, non sembra disposto a rinunciare per sua volontà alla poltrona di segretario del PDL. In un’intervista a Il Giornale, ha dichiarato di essere in grado di separare i due ruoli e, anzi, ha rivendicato il fatto di essere diventato ministro nel governo Letta per rappresentare i valori e le istanze del suo partito nell’esecutivo. Parole che hanno il significato di una sfida a quell’ala del PDL, che gli ha fatto intendere in modo più o meno esplicito di volerlo vedere dimissionario dal ruolo di segretario. Poche settimane fa, ad esempio, era stato l’unico coordinatore rimasto in carica, Denis Verdini, a chiarire ad Alfano che dovrebbe dimettersi, con il ministro che ha risposto piccato in una riunione piuttosto agitata che “così ti prendi tu tutto il partito”.
Ma la questione più importante riguarda la cura economica che il governo dovrebbe somministrare al malato Italia, tanto che Silvio Berlusconi reclama entro l’estate un decreto shock per dare una scossa alla nostra economia.
Per Alfano, l’IMU non può più essere ripristinata sulle prime case, così come l’IVA non dovrebbe essere innalzata. Seguono la riduzione delle tasse e la sburocratizzazione. Basterà a placare gli animi dentro il centro-destra? L’agguerrita Daniela Santanché punta alla vice-presidenza della Camera, ma non è un mistero che tutta la sinistra la vedrebbe come fumo negli occhi, così come una stessa parte del PDL non sarebbe per nulla contenta, Alfano in testa.
Il segretario e ministro vorrebbe salvaguardare la stabilità del governo di cui fa parte, evitando che posizioni e proposte “scomode” possano giungere dritte ai livelli istituzionali più alti. E’ chiaro, però, che per quanto riguarda il centro-destra, l’ultima parola spetterà sempre a Berlusconi. E non è detto coincida con la volontà di Angelino.