L’ultima ricerca del Censis fa scattare l’allarme welfare per il Mezzogiorno d’Italia, entro il 2030 la popolazione anziana del Sud aumenterà esponenzialmente e in modo sproporzionato rispetto al resto del Paese, sono a rischio le spese per le cure mediche e assistenziali. È stato rilevato quanto la situazione sia particolarmente grave a causa della crisi economica che rende difficili, se non impossibili, gli investimenti nel welfare.
Il rapporto del Censis La crisi sociale del Mezzogiorno riporta all’attenzione di tutti un problema mai soluto dell’Italia, il Sud resta ancora la regione più povera del Paese e le difficoltà adesso abbracciano il campo delle spese assistenziali. Lo studio rileva che entro il 2030 la popolazione italiana subirà un netto invecchiamento, questo fenomeno sarà più forte nel Mezzogiorno dove si registrerà un tasso del 35,1%, circa quattro punti percentuale in più rispetto alla media nazionale. Se la situazione rimarrà nei prossimi anni quella di oggi, con un Paese gravato pesantemente dalla crisi economica, il futuro si prospetta decisamente nero, ma una cosa è certa: il welfare del Sud deve cambiare.
Il Censis spinge per una radicale riforma dal momento che “Anche volendo questo modello presto non potrà più funzionare, non fosse altro perché nelle regioni meridionali si fanno meno figli. Non solo: la crisi economica in atto rende impensabile immaginare una crescita dei bilanci pubblici tale da generare investimenti per la creazione di una rete di offerta.” Il Centro di Studi sugli Investimenti Sociali si è posto in una posizione produttiva tanto da consigliare la strada da seguire, nel Mezzogiorno è necessario mettere insieme “imprese sociali, nuove professioni, nuove tecnologie, nuove modalità di erogazione dei servizi: occorre fare del Meridione il laboratorio di un nuovo welfare di comunità.”