Ha smosso le acque della politica la proposta di Matteo Renzi di tenere incontri bilaterali per la ricerca di un accordo per riformare la legge elettorale. Il sindaco di Firenze non ha presentato alcuna proposta secca, ma una rosa ampia, che comprende tre tipi differenti di sistemi di voto: il modello sindaco d’Italia, cioè premio di maggioranza e doppio turno; il modello spagnolo, ossia piccoli collegi e sbarramento; il ritorno corretto al Mattarellum.
Il primo è fortemente voluto dal Nuovo Centro-Destra di Angelino Alfano, il quale teme che in uno scenario alternativo potrebbe essere spazzato via dalle urne. Anche perché il centro-destra di Silvio Berlusconi sarebbe maggiormente favorevole al modello spagnolo o a una visione rivisitata del Mattarellum.
E non è un caso che l’unica apertura reale sia arrivata ieri dal Cavaliere, il quale ha chiesto, però, che si vada verso un “election day”, cioè a un’unica giornata per tutte le elezioni, politiche incluse.
Il ritrovato asse tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi insospettisce e mette in allarme gli alleati di governo di quest’ultimo. Alfano continua a chiedere che prima si verifichi l’unità interna alla maggioranza su una proposta condivisa da avanzare agli altri partiti, mentre il premier Enrico Letta teme il trappolone di Renzi per mandare a casa il suo governo, in modo da tornare a votare a maggio, insieme alle elezioni europee.
Forza Italia fiuta la crisi interna alla maggioranza e l’inesistenza al momento di un’opposizione dentro al PD e cerca così di aprire a Renzi nel tentativo di disarcionare sia il premier che il capo dello stato.