Continua lo “Tsunami-tour” di Beppe Grillo, che ha fatto già tappa in Puglia e in Basilicata. E da Matera, il comico a capo del Movimento 5 Stelle torna ad attaccare i grandi sindacati, che ritiene essere alla stregua dei partiti e che abbiano contribuito allo sfacelo dell’Italia. Al contempo, Grillo ha lanciato la sua proposta per dare maggiore peso ai lavoratori nelle decisioni aziendali, ma senza che ciò aumenti il peso dei sindacati: come in Germania e negli USA, ha affermato, i lavoratori devono sedere nei cda delle società e grazie a questo lì si è finito di morire sul lavoro.
Un attacco duro contro partiti e sindacati, quindi, che passa anche per il rifiuto della distinzione classica destra-sinistra, nella quale il Movimento 5 Stelle non intende riconoscersi.
Dal palco di Matera, poi, Grillo ha chiesto che si dia vita a una banca di stato e che si crei un fondo per le imprese con i rimborsi elettorali, spiegando che i suoi deputati all’Ars, in Sicilia, hanno creato un fondo di sostegno all’impresa con il denaro derivante dai loro stipendi da consiglieri regionali.
Ma è il premier Mario Monti l’oggetto delle sue invettive, quando lo attacca per il suo presunto finto carattere sobrio e invita a non credere ai politici che dicono di viaggiare in treno per fare risparmiare il contribuente, perché Monti, aggiunge, va in giro sulla Freccia Rossa tra Roma e Milano, portandosi dietro una scorta che occupa un’intera carrozza e tra prezzo del biglietto e costo diretto degli uomini della scorta, un viaggio di Monti potrebbe arrivare a costare diverse decine di migliaia di euro.
Il tour di Beppe Grillo sta dimostrando che il comico di Genova intende scegliere una linea di attacco duro e diretto al governo tecnico, nonché alla politica e ai sindacati, contendendo così l’elettorato al centro-destra di Silvio Berlusconi. Sarà un caso che le invettive più frontali si hanno sui temi delle tasse e contro i grandi apparati economici, in linea con gli umori degli elettori del PDL?