Il leader del centro-destra, Silvio Berlusconi, continua a battere il punto sulle tasse e promette che in caso di vittoria alle elezioni politiche del 24-25 febbraio, il suo governo attuerà quanto non fu in grado di realizzare negli anni precedenti, ossia una forte riduzione della pressione fiscale, pari a un punto all’anno. Le aliquote Irpef scenderebbero dalle attuali cinque a due: la prima sarebbe del 23% e la seconda del 33%. Il Cavaliere ha affermato che dare allo stato più di un terzo di quanto si guadagna viene avvertito da molti quale una violenza e promette che non è sua intenzione diminuire una tassa per aumentarne un’altra. Vero è, ha aggiunto, che parte dell’abrogazione dell’IMU sulla prima casa sarà finanziata con l’aumento delle accise sui tabacchi e l’alcool, essendo la prima abitazione sacra per ciascuna famiglia e volendo lo stato scoraggiare stili di vita pericolosi.
La spesa pubblica verrebbe ridotta del 2% all’anno, ossia di 16 miliardi, che fanno 80 miliardi in cinque anni. Metà di questi risparmi finanzierebbe la riduzione delle tasse, l’altra metà quella del debito.
Intanto, il premier uscente Mario Monti, intervistato da Radio Capital, ha ribadito il suo no a qualsiasi ipotesi di alleanza con il leader di Sel, Nichi Vendola. Il suo riformismo, ha aggiunto, è diverso dal mio, in quanto io ritengo che l’Italia avrebbe bisogno, ad esempio, della Tav per crescere.
Una chiusura al governatore della Puglia che ha irritato il segretario del PD, Pierluigi Bersani, il quale ha espresso la sua convinzione che bisogna battere il populismo della destra e non Nichi Vendola.
Si apprende, infine, che i tre leader saranno intervistati separatamente e con ordine scelto a sorte su Canale 5, giorno 21 febbraio.