Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, rispettivamente a capo del centro-destra e del Partito Democratico, starebbero già trattando sulla legge elettorale. Pare che un primo contatto tra i due vi sia stato per il tramite di Renato Brunetta, sempre più fedelissimo dell’ex premier. I due leader si starebbero accordando per il ritorno al Mattarellum, ossia al precedente sistema elettorale, che prevede collegi uninominali per i tre quarti dei seggi e proporzionale con lo sbarramento al 4% per il restante quarto dei seggi. Un’ipotesi, che se confermata sarebbe la fine quasi imminente del governo Letta, perché l’unico ostacolo che oggi impedisce seriamente ai partiti di tornare alle urne è l’assenza di una riforma del Porcellum, specie dopo che è stato considerato incostituzionale dalla Consulta.
Tenendo presente che anche Beppe Grillo è per il ritorno immediato alle urne, il nuovo PD di Matteo Renzi potrebbe spostare l’ago della bilancia proprio in favore delle urne e allontanerebbe lo scenario di un governo in sella fino al 2015, come vorrebbe il capo dello stato, Giorgio Napolitano.
Non è un caso che il presidente della Repubblica abbia avvertito l’altro ieri su possibili rivolte in Italia nel 2014, avvertendo che gli italiani chiedono risposte, ma che le urne anticipate non sono la soluzione ai problemi dell’Italia.
Napolitano sa di avere contro i tre principali leader politici e adesso tenta di riconquistare una qualche forma di contatto con il Cavaliere, per niente più deciso a fidarsi delle promesse del capo dello stato.
Il patto tra Berlusconi e Renzi, nemmeno tanto segreto, prevede che si torni al voto al più presto, in quanto ciò rappresenta la convenienza reciproca, aldilà, forse, del risultato. E Angelino Alfano sembra sempre più destinato a seguire il destino di Gianfranco Fini.