Centro-destra in ricomposizione. L’attuale conformazione non piace a nessuno, perché i dati disastrosi delle elezioni amministrative hanno visto perdere ovunque la coalizione, nonostante il PD fosse considerato morto. E’ lo stesso leader, Silvio Berlusconi, a riunire i suoi e a parlare di un possibile ritorno a Forza Italia, costruendo un partito leggero, caratterizzato da una forte leadership (la sua) e dalla presenza di numerosi manager e imprenditori, che specie in ambito locale dovrebbero guidare il partito, raccogliendo il denaro necessario per finanziarlo. Tutti sanno, d’altronde, che il PDL a Berlusconi non è mai piaciuto, in particolare, quello di ultimo tipo. Tanto che medita di lanciare Daniela Santanché alla guida, forse anche al posto di Angelino Alfano. In alternativa, ruolo di coordinatrice, insieme a Sandro Bondi e Denis Verdini, o ancora la vice-presidenza della Camera, rimasta vacante dopo la nomina di Maurizio Lupi a ministro. Ma su quest’ultimo punto ci sarebbe il no assoluto del PD.
Anche l’altra gamba della coalizione, Fratelli d’Italia, è in fermento. A Roma ha preso il 6%, mostrando una vitalità in parte inattesa. Il leader del movimento, Giorgia Meloni, pensa di riunire tutti coloro che sono scontenti dell’attuale composizione del PDL, ma senza tornare alla vecchia AN, facendo, cioè, un partito di centro-destra e non solo della destra, più liberale in economia e più conservatore nei valori, in grado di coinvolgere i Tea Party, Oscar Giannino, nonché di attirare l’elettorato leghista in fuga dal Carroccio.
Le adesioni a FdI iniziano a fioccare e pare si stiano avvicinando esponenti, come Cristiano Magdi Allam, oltre che big alla Francesco Storace e Andrea Ronchi. Ma la Meloni avverte: non sarà un’ammucchiata. Bisogna verificare se c’è condivisione.