Il PD non sa che pesci prendere. Lo scontro sotterraneo con il Quirinale è solo l’ultimo colpo durissimo ricevuto da Pierluigi Bersani, alle prese con la volontà di mettere in piedi un governo allargato al solo Movimento 5 Stelle. Al Largo del Nazareno si sa che un eventuale governissimo con l’arci-nemico Silvio Berlusconi non solo non sarebbe compreso dagli elettori di sinistra, ma rischia di travolgere definitivamente il PD, in vista di nuove elezioni politiche che nessuno vede lontane nel tempo. Ma le alternative non esistono. Il presidente Giorgio Napolitano ha lanciato nei giorni scorsi un appello alla responsabilità e alla misura dei partiti. Un messaggio nemmeno molto cifrato a Bersani, per indurlo a non fare dichiarazioni stucchevoli sul futuro del governo in Italia.
L’apertura disperata a Grillo non funziona. Il PD ha presentato otto punti per cercare di stanare il Movimento 5 Stelle, ma sa che in ogni caso questi non voterà mai la fiducia a un esecutivo a guida PD o PDL.
Il capo dello stato potrebbe anche dimettersi in anticipo per evitare di trascinare fino a maggio la questione della nuova presidenza, la sola in grado di potere sciogliere le Camere, nel caso non si trovasse un accordo in Parlamento per formare un governo. Serve un’intesa generale, questa è l’opinione del Quirinale. Governo, presidenza delle Camere e quella della Repubblica devono essere guardati in un’ottica d’insieme, altrimenti si rischia il caos istituzionale e l’impasse politico.
Berlusconi attende Bersani al varco, ma la sua idea è netta: se si vuole evitare di tornare al voto nei prossimi 90 giorni, il PD dovrà trattare con il PDL per un governo di scopo (legge elettorale e forse qualche riforma istituzionale) o un governo di larghe intese, magari con un tecnico alla Ignazio Visco come premier.
