E’ stato depositato presso la commissione Affari istituzionali della Camera il disegno di legge di riforma del Porcellum, noto anche come Italicum. Si tratta dell’accordo sottoscritto tra il segretario del PD, Matteo Renzi, e l’ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. A firmare sono stati il Partito Democratico, Forza Italia e, a sorpresa, il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano.
Il testo prevede l’assegnazione di un premio di maggioranza massimo del 18% alla Camera (il Senato non sarebbe più elettivo, secondo l’accordo), fino al raggiungimento di un numero massimo di 340 deputati. Il premio andrebbe alla coalizione che raggiungesse almeno il 35% dei voti validi. Nel caso in cui nessuna coalizione raggiunga tale soglia, si terrebbe un ballottaggio tra le due coalizioni che hanno ottenuto più voti al primo turno per l’assegnazione del premio di maggioranza.
Sbarramento al 5% per i partiti coalizzati e dell’8% per quelli non coalizzati. Per le coalizioni, lo sbarramento sale al 18%. Non è stata inserita, a differenza di quanto annunciato, la clausola salva-Lega, ossia la previsione sostenuta dal Cavaliere, per cui una lista potrebbe entrare lo stesso in Parlamento, se anche avesse ottenuto meno del 5% fissato su base nazionale, qualora riuscisse ad ottenere almeno il 10% in tre circoscrizioni o il 15% in una regione. Alla clausola si erano opposti il partito di Alfano e parte dello stesso PD.
Candidature multiple. L’Italicum potrebbe prevedere ancora una volta la possibilità di candidature multiple, ossia di candidare una persona in più circoscrizioni elettorale.La proposta arriva, in particolar modo, dall’NCD. Le liste, tuttavia, rimarrebbero bloccate, anche se Renato Schifani (NCD) ha dichiarato che sul punto c’è la contrarietà del suo partito, che chiede le preferenze. Infine, obbligo di inserire in ciascuna lista almeno il 50% di donne.