Spunta una terza telefonata tra il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, e la famiglia Ligresti, dopo quelle già note e alla base delle polemiche delle settimane scorse. Questa volta, però, il ministro rischia seriamente di doversi dimettere, perché la sua chiamata intercorsa con i familiari di Giulia Ligresti, in carcere a Vercelli per i reati dei quali viene accusata sulla gestione FonSai, era stata smentita dalla Cancellieri il 5 novembre scorso, quando si era presentata alle Camere per respingere la richiesta di dimissioni venuta dalle opposizioni, in particolare, dal Movimento 5 Stelle. E va detto che il voto di sfiducia è stato anticipato dal 21 al 20 di novembre, ma a questo punto ci potrebbero essere sorprese, perché molti esponenti del Partito Democratico hanno informato il premier Enrico Letta che non sarebbero più in grado di difendere il ministro in Aula per una seconda volta in due settimane.
E se al momento Beppe Grillo non infierisce sul suo blog e il ministro Cancellieri non si esprime, pare che le dimissioni siano vicine. L’alternativa potrebbe essere rovinosa per il governo, che rischia di crollare ancora prima delle attese tra la Giustizia e il caso Saccomanni, anch’egli dato in procinto di dimettersi, essendo inviso a pressoché tutta la maggioranza.
Se davvero la Cancellieri dovesse dimettersi, si parla di mettere il vice-presidente del Csm, Michele Vietti, al suo posto, ma non è improbabile che il governo Letta imploda, anche perché il 27 di questo mese c’è un altro importante voto cruciale per la sopravvivenza dell’esecutivo, quello sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.