Con il termine inglese “Spending Review” si intende (in maniera letterale): revisione della spesa pubblica. In Italia la prima volta che si è sentito parlare della Spendig Review è stato in occasione di un convegno finanziario presieduto dall’allora ministro dell’economia italiana Padoa Schioppa, operante nel famoso Governo Prodi.
Negli ultimi mesi ne abbiamo sentir parlare davvero molto spesso, ma praticamente, questa spendig review..cos’è? In realtà rappresenta l’analisi dei capitoli di spesa dei singoli dicasteri, tramite questa analisi poi, il governo poi, può formulare una sorta di mappatura delle varie spese pubbliche, decidendo così dove agire per mettere a frutto nuovi tagli volti al risparmio.
Un modo insomma, per rendere più efficiente le elargizioni governative, eliminando gli sprechi presenti nel settore pubblico.
Purtroppo però, questa manovra non convince davvero nessuno e la famosa revisione che dovrebbe pian piano portare al raggiungimento dell’obiettivo di bilancio già fissato per il 2013, sembra spaventare più che rassicurare. I più ottimisti ritengono che grazie alla spending, l’Italia riuscirà ad abbassare la pressione fiscale anche se i cittadini italiani in quanto tali, non avranno purtroppo molti benefici. Una situazione questa, esposta a chiare lettere già dagli esponenti governativi i quali non hanno perso tempo a ribadire che la revisione serve in realtà non per diminuire le tasse ma bensì per pareggiare il bilancio entro il 2013.
Le revisioni ottimistiche parlano di un risparmio pari a 5 miliardi di euro ogni anno, una cifra irrisoria se si pensa che altri paesi europei hanno spinto verso contrazioni di impieghi fino a 30 miliardi di euro.
Per ora intanto non ci resta che aspettare che il Governo metta a punto le strategie da seguire per vedere in modo concreto poi, dove andremo a finire.