E’ arrivato il giorno del voto in Giunta sulla relazione del senatore Andrea Augello (PDL), in merito alla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore. Stando alle previsioni, la relazione sarà bocciata da PD, Sel, Scelta Civica e M5S. Ciò porterà alla nomina di un nuovo relatore della parte opposta, che entro un paio di settimane presenterà la propria documentazione, che dovrà essere a sua volta approvata o respinta in Giunta, sentita la difesa del Cavaliere. A quel punto, la battaglia si sposterà al Senato, dove nonostante si siano già espressi i rappresentanti dei vari gruppi in Giunta, l’esito è tutt’altro che scontato, per via dello scrutinio segreto con cui avviene la votazione.
E proprio su questo è iniziato lo scontro tra PD e PDL. Democratici, grillini e leghisti chiedono il voto palese, cosa che per il presidente del Senato, Pietro Grasso, sarebbe possibile solo dopo una modifica del regolamento di Palazzo Madama, a cui egli non si opporrà, ha fatto presente.
Il voto palese potrebbe evitare l’imboscata, che parte del PD e del Movimento 5 Stelle potrebbe tendere alla dirigenza dei democratici, salvando Berlusconi e facendo ricadere sul partito la responsabilità. La Lega, dal canto suo, chiede il voto palese per mettere il PD davanti alle sue responsabilità e fare saltare il governo delle larghe intese.
Ma che l’esito non sia scontato, qualora si arrivasse al voto segreto, lo dimostra anche l’ultima querelle interna al PD. La segreteria di Guglielmo Epifani ha preannunciato che qualora si andasse alle elezioni anticipate, le primarie per il segretario del partito sarebbero annullate e si terrebbero solo quelle per la premiership. Un’ipotesi, che dalle parti di Renzi viene letta come un’imboscata contro il sindaco di Firenze. Che nel segreto dell’urna potrebbe far votare i suoi uomini in difformità dalle indicazioni ufficiali.
