Botte da orbi nel centrino di Mario Monti e Pierferdinando Casini. Troppo piccola la pattuglia di parlamentari centristi di Scelta Civica per consentire a due personaggi di peso come questi di avere gli giusti spazi. E così, l’ex premier Mario Monti ha dato il suo addio al movimento da lui stesso fondato e al gruppo al Senato, scegliendo di andare nel misto. Ma la scia di veleno che questo annuncio si porta dietro non è finito. Da Matrix, il leader dell’UDC definisce “rissoso” Monti, sottolineando come sarebbero “ridicole” le sue accuse, secondo cui tra i 12 sostenitori del governo Letta senza se e senza ma e il PDL ci sarebbero manovre in corso per tornare a un’alleanza elettorale.
Rincara la dose l’ex premier, il quale afferma che Casini e Silvio Berlusconi, che hanno avuto un incontro nei giorni scorsi, si sarebbe accordati per un’alleanza, facendo intendere che la moneta di scambio potrebbe essere il “no” dei 12 senatori centristi alla decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore. E sempre Monti si è detto tradito da chi gli aveva chiesto un posto in Parlamento.
Secondo indiscrezioni, i senatori che hanno spostato la linea filo-governativa di Casini, ossia gli undici più Mauro Mauro al governo, starebbero per creare un gruppo autonomo al Senato, dove bastano dieci adesioni. L’obiettivo dichiarato sarebbe la formazione di un’area di attrazione per l’intero centro-destra, un progetto che Monti vede come fumo negli occhi, almeno sino a quando non ci sarà l’uscita di scena del Cavaliere dalla politica e l’estromissione dei “falchi” dal PDL.
Di tutto questo tormento al centro si avvantaggia il PDL sia di Silvio Berlusconi che di Angelino Alfano. Quest’ultimo potrà aspirare a una leadership in sintonia con i centristi filo-Casini; il primo può guardare con un pizzico di minore pessimismo al voto sulla decadenza.