Il segretario reggente del Partito Democratico, Guglielmo Epifani, ha risposto piccato alle critiche ricevute a sinistra per la sua mancata partecipazione alla manifestazione di sabato a Roma della Fiom-Cgil.
L’ex sindacalista ha ricordato come la piazza l’abbia vissuta per 50 anni, ma ha anche avvertito che non si può stare al governo e sfilare allo stesso tempo contro di esso, come avveniva ai tempi di Prodi a Palazzo Chigi. Ma il botta e risposta più al veleno è stato con il leader di Sel, Nichi Vendola. Epifani ha ironizzato sul divorzio tra il PD e il partito del governatore pugliese, sostenendo che si trattasse di un matrimonio poco solido e al contempo ha fatto presente che non gli piace la sinistra che scappa sempre dalle responsabilità. Non si è fatta attendere la reazione di Vendola, che ha risposto ad Epifani di comprendere il suo nervosismo, ma che per lui un governo insieme a Berlusconi rappresenta una sconfitta culturale.
Attacco di Epifani anche contro Beppe Grillo, che aveva invitato gli iscritti al PD a strappare le tessere e a passare con il Movimento 5 Stelle. Per il segretario democratico, quando si contrappone la piazza al palazzo è l’inizio della notte della democrazia.
Ma nel PD non la pensano in tanti come il segretario. Se Sergio Cofferati, anch’egli ex sindacalista Cgil, ha criticato l’assenza del partito dalla manifestazione Fiom, concorda con questo giudizio anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, mentre il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, fa appello al partito a non inseguire le manifestazioni degli altri.