In una sola giornata, il Cavaliere incassa l’entrata a gamba tesa nella campagna elettorale di due esponenti dell’Europa: il commissario agli Affari monetari, Olli Rehn, e il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Il primo ha preso al balzo la palla della questione del deficit francese, ritenendo che anche se Parigi sforasse il 3% in rapporto al pil, quest’anno, ciò le potrebbe essere consentito, in virtù delle previsioni già esistenti, per cui un Paese potrà dilazionare la scadenza degli impegni assunti, nel caso in cui siano accadute circostanze impreviste. A commento di ciò, il commissario ha parlato dell’Italia, ritenendo che Roma dovrà rispettare gli impegni, proseguendo l’azione intrapresa dal governo Monti dal novembre 2011, unica in grado di ridare credibilità all’Italia, tanto che lo spread e i tassi sul nostro debito sono scesi in pochi mesi.
Non è la prima volta che Rehn interviene a diretto sostegno del Prof, ma quanti avessero avuto dubbi sul fatto che l’Europa punti su Mario Monti, non li avrà più certamente da quando ieri il ministro tedesco Schaeuble ha invitato espressamente in un’intervista all’Espresso di votare Monti e non Berlusconi. Solo con il primo l’Italia sarebbe forte, ha spiegato il principale collaboratore della Merkel nel suo governo, mentre così non sarebbe con il Cavaliere, giudicato semmai uno stratega elettorale.
Schaeuble ha, poi, affermato di sentirsi confortato dal sostegno che il segretario del PD, Pierluigi Bersani, darebbe alla prosecuzione dell’opera di Monti.
Pronta la reazione del PDL, con il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, per cui l’Italia non sarà con Berlusconi una colonia della Germania, mentre l’ex ministro Renato Brunetta invita il Prof a fare qualche dichiarazione “dall’alto della sua credibilità” sul fatto che alla Francia sia concesso più tempo dell’Italia per aggiustare i conti.