Nel centro-destra si guarda con ottimismo all’evoluzione della campagna elettorale delle prossime settimane. Il trend sembra favorevole all’ex premier Silvio Berlusconi, anche se il centro-sinistra resterebbe ancora in vantaggio, secondo tutte le rilevazioni. Eppure, il Cavaliere avrebbe pronta una proposta che dovrebbe concentrare su di essa tutto il prosieguo della campagna e come si apprenderebbe dalle bocche più che cucite del suo entourage riguarda la questione tasse. Sono diverse le ipotesi che i giornalisti vicini al PDL fanno: che si tratti dell’impegno di restituire l’IMU già pagata sulle prime case lo scorso anno? Che sia la promessa di introdurre il quoziente familiare, per cui si pagheranno meno tasse al crescere del nucleo familiare? Sono ipotesi, ma quel che è certo è che Berlusconi non vuole fallire e pare che la proposta-choc sia partita da un’idea di Daniele Capezzone.
Ma sull’economia si muove molto anche Beppe Grillo, che in questi giorni con il suo “Tsunami Tour” ha fatto il pienone nelle piazze di Catania e Palermo, solo per citarne due. Il comico genovese ha lanciato nell’isola la proposta di introdurre un reddito minimo per chi non ha lavoro. I soldi, ha spiegato, si prenderanno non regalando più un centesimo alle banche e togliendoli ai partiti e dagli stipendi dei politici. In più, ha continuato, in Italia ci sono 110 mila pensionati d’oro: basterebbe porre loro un tetto mensile ai loro assegni di 4 mila euro. Tutti i risparmi così ottenuti dovrebbero andare in un fondo ad hoc, destinato a finanziare il “reddito minimo di dignità”.
Tacciato di demagogia dal segretario del PD, Pierluigi Bersani, Grillo ha pesantemente attaccato il leader del centro-sinistra, definito ancora una volta “Gargamella”. Il leader del Movimento 5 Stelle, applauditissimo dalla piazza, ha poi inveito contro i manifesti 6×3 dei suoi avversari: “dove pensate che abbiano preso i soldi per stamparli, non avendo ancora avuto i rimborsi elettorali? Glieli hanno dato le banche, che non finanziano più le famiglie e le imprese. Ma oggi le banche sono dei partiti e i partiti sono delle banche”.