Non è raro che, nel tentativo di contrastare efficacemente l’evasione fiscale, dai piani alti delle istituzioni italiane si vadano a prendere decisioni impopolari. È questo il caso della proposta avanzata da Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del consiglio, che ha fatto storcere il naso a molte persone e ha portato all’ira della Codacons. L’idea di Delrio è quella di inglobare il Canone Rai all’interno della bolletta elettrica, in modo da rendere inevitabile il pagamento per il possesso dell’apparecchio televisivo. La proposta non è ancora ufficiale e all’interno dello stesso Governo persistono opinioni opposte, ma il solo fuggi fuggi di indiscrezioni giornalistiche ha fatto infuriare le associazioni dei consumatori.
Il Codacons ha impugnato la legge che determina il pagamento del Canone Rai e ha messo in evidenza l’illegittimità di una tale proposta. Per quanto vecchio, il regio decreto del 21 febbraio 1938 parla chiaro: l’imposta si applica solo a chi possiede un apparecchio per la ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano. Il decreto, all’epoca pensato per gli apparecchi radio, è stato poi esteso alla televisione.
A dar manforte al Codacons e ai consumatori, ci pensa anche l’associazione di telespettatori cattolici Aiart, di cui portavoce è Luca Borgomeo: “Chi ha un contratto di fornitura elettrica necessariamente dovrebbe avere un televisore? Si pensi piuttosto a come far ricadere il canone nella fiscalità generale e a tagliare le spese. Non abbiamo mai difeso gli evasori ma ci sembra che sul tema del canone all’interno del governo ci siano oscillazioni che non fanno intravedere una linea comune. L’ipotesi fatta da Delrio non ci piace.”