E’ nel mirino di contribuenti e associazioni di categoria da tempo, Equitalia, non a torto. Ma ora finalmente ha finalmente fatto un passo per semplificare l’accesso alla rateizzazione delle cartelle esattoriali per cifre maggiori rispetto a quelle attuali.
Infatti il tetto è salito da 20mila a 50mila euro di debito che potrà essere spalmato su una durata massima di 72 mesi, mentre sino ad oggi era al massimo di 48 mesi. Una dilazione che si potrà ottenere semplicemente presentando una richiesta agli sportelli appositi di Equitalia senza più il bisogno di documentare il proprio stato di disagio e senza dover rispettare parametri prestabiliti. Invece per i debiti superiori a quella cifra il contribuente dovrà comunque presentare altri documenti aggiuntivi che certifichino la situazione di temporanea difficoltà.
In particolare per le persone fisiche farà fede l’Isee, mentre gli altri soggetti diversi dalle persone fisiche a cominciare dalle società dovranno dimostrare la condizione di temporanea e reale crisi attraverso i bilanci o altri documenti che confermino il rispetto di una serie di parametri economico-finanziari. In ogni caso da ora in poi anche chi inizialmente avesse chiesto un periodo di rientro dei pagamenti inferiore potrà così ottenere una proroga sino ad un massimo di 72 mesi se nel periodo dei pagamenti si possa dimostrare il peggioramento della situazione economica in base alla quale era stata concessa la prima rateazione.
Grazie alle nuove regole chi abbia ottenuto la rateazione non è più considerato inadempiente, Equitalia non può iscrivere ipoteca nei suoi confronti oppure attivare un’altra procedura cautelare ed esecutiva finché i pagamenti siano regolari e si potrà richiedere il Documento unico di regolarità contributiva per partecipare alle gare di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, forniture e servizi. Nei primi quattro mesi del 2013, su 22 miliardi di rateizzazioni concesse il 34% degli importi ha riguardato le somme tra i 5 mila e i 50 mila euro e la maggior parte delle richieste è arrivata da persone giuridiche e titolari di partita Iva come numero di importi (pari al 66%) mentre istanze sono state attivate dalle persone fisiche nel 77% dei casi.