Manca un solo giorno prima che il Governo si riunisca a deliberare sul nuovo Patto di Stabilità, questa volta il programma raggiungerà una svolta e sarà l’emblema di riconciliazione tra Stato e Comuni. Questo è quanto ha promesso Enrico Letta che ha intrattenuto un comizio a Longarone, in occasione della commemorazione delle vittime del Vajont. Domani, 15 ottobre, avremo tutti le idee più chiare su quali saranno i prossimi passi dell’Italia, il patto di stabilità avrà riflessi diretti sulla popolazione dal momento che andrà a decidere quali saranno le imposte che le famiglie dovranno pagare agli enti locali e quale sarà il loro peso. Uno dei problemi da sciogliere riguarderà la tassa sui rifiuti e sui servizi, già da settembre a molte famiglie è stato richiesto il pagamento della Tares, ma la tassa potrebbe presto essere sostituita e inglobata dalla Service Tax.
Nei mesi e negli anni passati ci sono state molte accuse rivolte al Patto di Stabilità, rivolte sopratutto dai sindaci riuniti nell’Anci: difatti i paletti imposti dalla legge hanno spesso bloccato le manovre comunali e l’economia del territorio. Enrico Letta si è preoccupato in primo luogo di ammettere gli errori compiuti: “Il nostro Paese nel passato ha fatto spese allegre che pesano sulle spalle di tutti noi, con un debito pubblico che ci ha reso più vulnerabili di altri Paesi.” allo stesso tempo si è affrettato nel ribadire che “ma dobbiamo essere dalla stessa parte, tenendo sotto controllo la spesa pubblica e decidere insieme dove investire.”
Il nuovo Patto di Stabilità, almeno nel programma, sarà dunque segnato da una maggiore e proficua collaborazione tra ente statale e comunale, con una conseguente più diretta attenzione alle problematiche del territorio. Letta promette: “Ci saranno buone notizie in questo campo. Dobbiamo sapere che siamo tutti dalla stessa parte. Roma non è contro i sindaci.” ma intanto si aspettano i risultati concreti, ormai mancano solo ventiquattro ore.