Continua a far discutere l’IMU, l’imposta sugli immobili, la cui seconda rata del 2012 a dicembre è stata una stangata per milioni di famiglie. Com’è anche accaduto con il redditometro, il clima da campagna elettorale ha destato qualche ripensamento nel premier dimissionario Mario Monti, che intervistato a Sky TG24, ha lasciato intendere che nel caso di una sua vittoria modificherebbe l’IMU, lasciandola tutta nelle casse dei Comuni. In ogni caso, il Prof. non ha preso impegni, perché non vuole promettere una riduzione delle tasse, se poi non si è sicuri di potere attuare.
Il ripensamento sull’IMU ha molto a che fare con la bacchettata proveniente dall’Europa solo pochi giorni fa, quando l’imposta è stata considerata iniqua e causa di un lieve aumento della povertà in Italia. La risposta di Monti fu di stupore, dato che il premier ha rimarcato come egli l’abbia reintrodotta sulle prime case proprio per eseguire un compito assegnatogli dall’Europa.
Ma chi attacca a testa bassa l’IMU è l’ex premier Silvio Berlusconi, che sulle prime case l’abolì già nel 2008, quando ancora si chiamava ICI. Il leader del centro-destra promette di eliminarla sulle prime case, ad eccezione di quelle di lusso. Ironico, l’ex premier ha detto che continuerà a pagare per le sue ville, per le quali ha versato quest’anno complessivamente 300 mila euro.
L’abolizione totale sulla prima casa costerebbe allo stato 3-4 miliardi di minori introiti, che Berlusconi vorrebbe nell’immediato rimpiazzare con aumenti di tasse sugli alcolici e sui tabacchi.
Il segretario del PD, Pierluigi Bersani, ha un’idea diversa su questa imposta. E’ contrario alla sua abolizione anche sulle prime case, in quanto rappresenta una forma di tassazione della ricchezza, una sorta di patrimoniale tanto agognata dalla sinistra. Al contempo, tuttavia, vorrebbe attenuarla sugli immobili di più modesto valore, aumentando a 400-500 euro la detrazione oggi prevista a 200 euro fissi (esclusa l’addizionale di 50 euro per figlio).