L’Italia non è certo il Paese più vivibile d’Europa, a confermarlo ci ha pensato una ricerca di Confartigianato pubblicata sul Corriere della Sera: il Bel Paese detiene il record delle bollette più care del Vecchio Continente. Nell’ultimo anno il costo dell’energia elettrica per uso industriale è cresciuto del 7,5% in più rispetto alla media europea, mentre quello del gas del 17,5%. Per le famiglie italiane il costo delle bollette è lievitato del 5,6% in più rispetto ai vicini di casa.
Tra il 2011 e il 2012, mentre le industrie europee hanno dovuto far fronte a un aumento della spesa per l’energia elettrica e per l’uso del gas dell’ordine del 5,2% e 12,9%, le aziende italiane sono state affossate da enormi rincari rispettivamente del 12,7% e del 30,4%.
Tra l’ottobre dell’anno passato e l’ottobre 2012 pesanti aumenti hanno colpito soprattutto le famiglie, già messe in ginocchio dalla crisi e dalle “soluzioni straordinarie” per farle fronte. Nelle case italiane le bollette del gas sono salite del 9,1% contro il 6,4% di media Ue, l’elettricità è aumentata addirittura del 15,9%, un’enormità se si pensa al più 5,9% dell’Eurozona. La solita stangata riguarda i prezzi dei carburanti, cresciuti dello 16,1% in un solo anno, quasi il doppio rispetto alla media dei Paesi vicini.
Il rapporto della Confartigianato ha evidenziato come a far lievitare in modo sproporzionato benzina e gasolio abbia influito la forte pressione fiscale, l’imponente tassazione nei mesi del governo Monti ha conosciuto un picco del 18,9%. Oggi per un pieno di 60 litri si spendono mediamente 99 euro, di questi ben 54 euro solo di Iva e accise. In generale siamo di fronte a una situazione insostenibile che giustifica la fuga dei giovani italiani all’estero.