La mancata presentazione della dichiarazione Iva è reato: ma entro novanta giorni!

Procedere alla dichiarazione Iva è un dovere da parte dei cittadini e la mancata presentazione entro termine massimo previsto, si configura come vero e proprio illecito suscettibile a procedimento penale.

A stabilire tale sentenza, la Corte di Cassazione che l’ha depositata oramai lo scorso 10 Giugno 2010 in seguito alla condanna inflitta ad un legale (tramite applicazione del D.Lgs. n. 74/2000) investito dalla carica di rappresentante S.r.l.

Il legale era stato ritenuto colpevole di evasione rispetto alla relativa imposta per l’anno 2001 in seguito all’applicazione dell’articolo 5 che sancisce la fattispecie di reato riguardante l’evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto.

La fattispecie di reato, quindi, viene a compiersi nel momento in cui si realizza l’omessa presentazione di una delle dichiarazioni annuali relative o all’imposta sui redditi o quella sul valore aggiunto, diventando passibile di persecuzione penale non nel momento in cui scade il termine per la presentazione delle dichiarazioni fissate dalla norma tributaria, ma bensì una volta decorsi almeno novanta giorni dalla scadenza del termine previsto dalle normative tributarie vigenti.

In definitiva, è bene ricordare che proprio grazie al principio del “favor rei” vigente nel nostro codice penale, se le scadenze giungono in date diverse, bisogna tener conto della scadenza che cade per ultima.

Nello specifico della fattispecie relativa alla presentazione della dichiarazione Iva, i termini di decorso previsti dalla normativa in vigore, sono stati stabiliti per il 31 Luglio dell’anno successivo al periodo di applicazione dell’imposta se la presentazione avviene direttamente allo sportello della banca o della posta, oppure entro il 31 Ottobre se presentata in via telematica.

Da qui è possibile dedurre che il reato ai fini penali si considera consumato allo scattare del 90 giorno, ovvero il 29 Gennaio successivo.

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