Una delle più belle novità nel buio degli anni della crisi economica è stata probabilmente l’introduzione in Italia delle sigarette elettroniche, molti nostri connazionali hanno finalmente abbandonato il brutto vizio del fumo per dedicarsi a un’alternativa molto più salutare e garante, tra l’altro, di un notevole risparmio. Tuttavia le Finanze non badano alla salute delle persone e la pressione è alta per introdurre una tassa sulle nuove sigarette.
Dopo i tentativi falliti con il Decreto Sviluppo di novembre, con la legge di Stabilità di Dicembre e da ultimo l’emendamento al decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione di pochi giorni fa, ormai una legge che regoli il mercato delle sigarette elettroniche con relativa tassazione sembra essere in arrivo, tanto per non smentire il record di Paese con la più alta pressione fiscale.
Tuttavia gli esperti sono bloccati di fronte a un dilemma, le e-cig sono da considerare come un prodotto da fumo, oppure come un dispositivo medico? Nel primo caso dovrebbero essere tassate al pari delle ormai vecchie sigarette e del tabacco, quindi essere vendute esclusivamente in tabaccheria, nel secondo caso invece la vendita sarebbe a carico delle farmacie. A ogni modo, se il dibattito continuerà a essere questo, si decreterà la morte dei fiorenti negozi di sigarette elettroniche, ovvero le uniche piccole realtà imprenditoriali che, nonostante la recessione economica, nascono come funghi e sono in continua crescita. Sarebbe insomma l’ennesimo harakiri, mettendo ancora di più in discussione una possibile ripresa economica.
Ormai l’abbiamo imparato, la finanza segue le sue logiche e non guarda in faccia alla salute e alla ricchezza delle singole persone, l’accisa sul tabacco garantiva allo Stato introiti fissi e sicuri, le sigarette elettroniche hanno messo in discussione tutto, tanto che secondo i Monopoli nel 2013 ci sarà un ammanco di 700 milioni di euro, un buco da colmare a ogni costo.