Quelle che erano le linee guida dettate dal ‘Decreto del Fare‘ voluto dal governo Letta ora sono operative anche per Equitalia e per quelle che saranno le sue possibili mosse nei confronti di chi abbia debiti verso lo Stato.
Il primo punto fondamentale sta nel divieto di pignoramento dell’abitazione principale. Una norma che riguarderà anche le pertinenze, a patto che l’immobile abbia destinazione d’uso catastale abitativa. Quanto all’abitazione principale, per non essere pignorabile, occorre non solo che l’immobile sia l’unico bene e non di lusso, ma anche che abbia una destinazione d’uso catastale abitativa. Quindi non conta l’utilizzo abitativo di fatto.
Inoltre, altra norma fondamentale è l’obbligo che Equitalia avrà di non proseguire le attività di recupero coattivo qualora siano rispettate le attuali condizioni di legge, anche in presenza di pignoramenti già eseguiti. In pratica i pignoramenti già in atto saranno sospesi quando sussistono le condizioni previste dal ‘decreto’, ossia l’espropriazione immobiliare riguardi l’unica abitazione principale posseduta, oppure se il debito a ruolo non superi 120.000 euro o ancora se non siano decorsi almeno sei mesi dall’iscrizione di ipoteca.
Importante anche la variazione che interesserà i piani di rateazione delle cartelle esattoriali. E’ infatti prevista la possibilità di richiedere dilazione dei debiti fiscali sino a 120 rate al posto delle attuali 72. Il richiedente dovrà comunque provare di trovarsi in una situazione di difficoltà legata alla particolare congiuntura economica.
La rateazione più lunga però entrerà in vigore al momento in cui sarà emanato l’apposito decreto attuativo, previsto entro 30 giorni dalla conversione del ‘Decreto del fare’. Entra invece subito in vigore la norma sulla decadenza dalla rateazione in caso di mancato pagamento di otto rate complessive, invece che di due consecutive.