In seguito al varo del DL98 del 2011, i titolari di Partita Iva dovranno far fronte ad alcune importanti cambiamenti rispetto alle procedure di calcolo. I contribuenti minimi con decorrenza 2012 e soggetti al termine dell’esonero Iva sulle cessioni a cui possono essere applicate prestazioni e guadagni annui cumulabili in sede Irpef con aliquota marginale, non saranno più soggetti all’applicazione del regime forfettone pari al 20%.
A quanto pare si ratta di novità tutt’altro che gradite dai contribuenti e soprattutto dai giovani liberi professionisti che si troveranno a dover sborsare più danaro rispetto al passato.
In buona sostanza, potremmo dire che coloro i quali incassavano cifre al di sotto di 30 mila euro, in base alla vecchia normativa, potevano sfruttare il cosiddetto “Regime Forfettone” del 20%, ovvero una aliquota secca che andava a sostituire i vari tributi locali.
In seguito al varo del Decreto Tremonti, invece, il regime forfettone subisce alcune cambiamenti, scenderà al di sotto del 5% ma resterà valido ed utilizzabile solo per coloro che hanno avviato un’attività da meno di cinque anni, per gli altri contribuenti invece rimarrà valido il regime ordinario a cui si aggiungerà un onere aggiuntivo compreso tra il 6% e il 9%.
Secondo quanto riportato dagli addetti al settore, infatti, i cambiamenti introdotti dal decreto colpiranno soprattutto i contribuenti minimi per un numero che si aggirerà su 600 mila Partite Iva circa. I contribuenti interessati dovranno così abbandonare il vecchio regime e, anche se a malincuore, adottare il nuovo sicuramente più oneroso.
I cambiamenti in questione andranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2012.