È un terribile circolo vizioso quello che coinvolge la pressione e l’evasione fiscale, l’impennata di questi fenomeni è indice di un Paese al collasso a cui la crisi economica non da tregua. Il Decreto del Fare sottoscritto dal governo delle larghe intese non sembra riuscire a incidere su una situazione degradante, tanto che la Corte dei Conti ha lanciato l’allarme.
I magistrati contabili hanno messo in evidenza come la pressione fiscale effettiva abbia raggiunto massimi storici arrivando al 53% , ovvero dieci punti in più di quella apparente. La sproporzionata percentuale, che conferma ancora una volta l’Italia ai vertici delle classifiche europee sull’entità delle tasse, secondo la Corte dei Conti è dovuta alla piaga dell’evasione fiscale, un fenomeno italiano che in Europa è secondo solo a quello greco. Da qui parte il terribile legame che unisce economia sommersa e tasse soffocanti, da un lato gli italiani evadono per evitare la morsa del fisco, dall’altro lato questo aumenta come risposta al nero.
Una situazione pericolosa da cui la Corte dei Conti chiede a gran voce di uscire, Luigi Giampaolino, presidente dei magistrati contabili, si è rivolto direttamente al governo “L’evasione fiscale continua a essere per il nostro Paese un problema molto grave, tra le cause delle difficoltà del sistema produttivo, dell’elevato costo del lavoro, dello squilibrio dei conti pubblici, del malessere sociale esistente.” È stato calcolato che la sola “propensione a non dichiarare”, per evitare l’Iva, solo nel 2011 ha fatto mancare 46miliardi di euro dalle casse dello Stato. I magistrati non si sono limitati a dare l’allarme, ma di fronte a una valutazione oggettiva dei fatti hanno rimproverato l’atteggiamento spesso contraddittorio delle istituzioni, denunciando “divisioni su un tema come quello del contrasto all’evasione, che per sua natura dovrebbe costituire elemento di piena condivisione e concordanza.”