In attesa di vedere quello che sarà con la dichiarazione dei redditi relativa al 2013, intanto abbiamo i dati definitivi a quella del 2011: la busta paga media degli italiani era pari a a 19.655 euro, ma la metà dei contribuenti dichiara meno di 15.723 euro e solo uno su 10 supera i 35.600. Inoltre quasi 10 milioni di italiani hanno l’Irpef pari a zero e sono 28.000 quelli che possono essere considerati veramente ricchi.
In definitiva sia il reddito totale che quello medio sono in aumento rispetto all’anno precedente, rispettivamente con +1,5% e +2,1%, in linea con le attese derivanti dal Pil nazionale. La regione con reddito medio maggiore é la Lombardia con 23.210 euro, seguita dal Lazio (22.160 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio minore con 14.230 euro. Ma soprattutto nel 2011 si é registrato un aumento del divario tra Nord e Sud: gli incrementi variano da un massimo del 2,2% al Nord-ovest ad un minimo dell’1,0% nelle isole.
E ancora, il 5% dei contribuenti con i redditi più alti detiene il 22,9% del reddito complessivo, ossia una quota maggiore a quella detenuta dal 55% dei contribuenti con i redditi più bassi. In pratica sono circa 28mila i soggetti tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito eccedente i 300 mila euro, per una cifra complessiva pari a 260 milioni di euro. Quanto alle categorie, i lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 42.280 euro mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è di 18.844 euro e quello dichiarato dai lavoratori dipendenti è di 20.020 euro, quello dei pensionati pari a 15.520 euro.
Andando nel dettaglio, visto che è un argomento da noi affrontato in passato, i soggetti che hanno scelto la cedolare secca sono circa 483.000 (pari al 2,3% di chi dichiara redditi da fabbricati) per un ammontare di imponibile pari a 4,2 miliardi di euro. Più in generale l’imponibile medio al 21% é stato di 8.370 euro, con un massimo nella Provincia Autonoma di Bolzano (10.090 euro) e Liguria (9.660 euro) mentre i valori minimi sono stati in Molise (4.060) e Basilicata (4.590 euro). L’addizionale regionale media più alta è nel Lazio con 450 euro, seguita dalla Campania (430 euro) mentre la più bassa in Basilicata (240 euro).