Quando si fanno i conti nelle tasche degli altri, come sta accadendo in questi giorni con enti pubblici come Regioni e Province, tutti d’accordo sui controlli. Ma se il fisco entra nel nostro privato, allora nascono i primi problemi. E ne potrebbero arrivare di nuovi già da questo mese visto che il tanto temuto o voluto, a seconda di quale angolazione si scelga, redditometro sembra finalmente essere pronto.
Doveva entrare in vigore a giugno, è slittato per poterlo mettere e regime e pare che il mese di ottobre possa essere quello buono per farlo partire. Uno strumento certo efficace per scovare i potenziali evasori, ma anche uno sorta di ‘studio di settore’ su quasi la metà delle famiglie italiane, come temono i più. Sostanzialmente si tratta di dimostrare che tra quanto una famiglia porti a casa con gli stipendi e altre entrate e quello che spende ci sia un divario non spiegabile se non con un’evasione fiscale.
Ecco perché sono state individuate sette macrocategorie che inglobano spese necessarie ma anche altre voluttuarie, come i telefonini o le beauty farm, ma anche i costi dell’istruzione per i figli o l’iscrizione in palestra, quelli per una collaboratrice domestica o per una barca. I 41 milioni di contribuenti italiani coinvolti sono stati così suddivisi in 55 gruppi omogenei e su questi potranno scattare i controlli se risulteranno dati non congrui con quello che dovrebbe essere il loro tenore di vita.
L’Agenzia delle Entrate ha stabilito tre soglie, a seconda delle quali si è o meno nel mirino. Se un contribuente rientra nella Soglia Minima non ci sarà nessun accertamento perché la dichiarazione dei redditi risulta coerente o comunque è molto simile al calcolo del redditometro. Il reddito familiare infatti viene stimato prima della dichiarazione e può essere confrontato con quello che si abbia intenzione di dichiarare. La Soglia Media è quella dell’attenzione, un avvertimento per non andare oltre le proprie capacità di spesa se non si voglia incorrere in controlli e possibili sanzioni.
Infine la Soglia Massima, un allarme rosso che scatta quando il redditometro registra un divario significativo tra la stima effettuata e la dichiarazione reale che una famiglia ha intenzione di presentare alle Entrate. Se gli indicatori di spesa confermassero l’incoerenza, scatterebbe quasi automatico il controllo.
Inoltre, come stabilito del Decreto ‘Salva Italia’, cinque funzionari dell’Agenzia delle Entrate, previa autorizzazione del Garante della Privacy potranno avere accesso al database dei movimenti finanziari per incrociare i dati e creare liste di contribuenti sospetti. In ogni caso, meglio abituarsi in fretta e farsene una ragione.