Finalmente è arrivata una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo alle famiglie italiane: il pagamento della prima rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, è slittato da aprile a luglio 2013. A questo punto tra gli italiani c’è chi sogna in un prossimo addolcimento del peso dell’imposta, speranza ben riposta date le imminenti elezioni politiche che sono la causa prima della decisione presa ieri in parlamento dal Senato. La parola ora passa alla Camera ma l’esito è scontato, l’obbiettivo dichiarato è quello di consentire al nuovo governo, formatosi in seguito alle votazioni del 24 e 25 febbraio, di modificare la Tares a seconda delle proprie idee.
La nuova tassa sui rifiuti è stata progettata dal governo Monti per andare a sostituire le vecchie imposte della Tarsu e della Tia. La sostituzione si è resa necessaria dal momento che, da quell’entrata, il governo ha creduto necessario ricavare qualche soldo in più, in questo modo la bolletta per i rifiuti sarebbe andata a comprendere anche i prezzo dei servizi comunali e altri cavilli che hanno fatto parlare della Tares come di una piccola patrimoniale.
Cosa prospetta adesso il futuro è indefinibile, tuttavia è pressoché certa l’impossibilità che la tassa venga soppressa. La proposta originaria prevedeva infatti il differimento dell’istituzione della Tares, ma nonostante sia stata approvata all’unanimità dalla commissione Ambiente, è stata bocciata dalla commissione Bilancio a causa della mancanza di altri sbocchi per la copertura finanziaria.
La Tares occorrerà pagarla in quattro rate, i versamenti potranno essere effettuati per mezzo del conto corrente postale oppure tramite il modello F24.