Si paga anche per loro, perché loro non pagano. Quella degli evasori è una delle piaghe che i governi italiani da sempre non sono mai riusciti a debellare, anche se la lotta è (quasi) totale come dimostrano le ultime cifre diffuse dalla Guardia di Finanza: quasi 18mila truffatori nell’ultimo anno, sono questi i dati ufficiali.
Una cifra già di per sé impressionante, soprattutto se si vanno ad analizzare i casi. In tutto si parla di 17.966 denunce per truffe di pubblico denaro con danni erariali accertati per 2 miliardi di euro. In più sono stati bloccati finanziamenti comunitari e nazionali per quasi 700 milioni, scoperte truffe al Servizio Sanitario Nazionale per 277 milioni di euro, rintracciati 4.358 finti poveri e individuati ben 1.140 dipendenti pubblici che svolgevano il doppio lavoro incassando indebitamente 6 milioni di euro.
E allora è il caso di mettere alla berlina, come hanno fatto molti quotidiani oggi, alcuni dei casi più emblematici, giusto per capire in quale Italia si viva oggi. Lo scorso anno la GdF ha individuato ben 7.500 evasori totali che hanno fatto sparire circa 21 miliardi di tasse. Ma per questi che sono stati beccati con le mani nella marmellata ce ne sono altrettanti, se non ancora di più che con i loro artifizi commerciali riescono ancora a farla franca. Si tratta soprattutto di imprenditori che possono giocare sui costi di produzione, sugli avanzi di magazzino o ancora su residenze fittizie.
Tra i casi più eclatanti emersi dal rapporto della Finanza quelli delle 34 persone a Forlì che autecrtificavano redditi bassissimi in modo da accedere ai sussidi del Comune per l’affitto di casa, la retta dell’asilo, i libri di testo o la mensa scolastica. A Savona invece in 26 lo facevano per ottenere esenzioni sanitarie.
Nell’avellinese invece in molti pretendevano il gratuito patrocinio legale da parte dello Stato e riuscivano a incassare dall’Inps arretrati di pensioni sospette, sempre attestando bassi redditi. Invece a Verona un piccolo imprenditore locale ha chiesto la cassa integrazione per i suoi due dipendenti, che incassavano così 900 euro al mese dall’Inps. Peccato che li continuasse a far lavorare ovviamente in nero nell’azienda che non si era mai fermata.
Quanto alle truffe sanitarie, al di là dei falsi ciechi e invalidi che ultimamente vengono spesso messi alla berlina nei tg, strano il caso di Frosinone dove ben 1.500 defunti erano ancora iscritti negli elenchi della Asl con 194 i medici interessati. Quindi sono stati scoperti 125mila euro indebitamente incassati per 700 ricette intestate a persone morte. E ancora ben 10.525 persone sono state denunciate per avere richiesto finanziamenti nazionali o locali per 426 milioni di euro che sono stati bloccati in tempo.