La botta alle elezioni amministrative in tutta Italia ha avuto il suo primo effetto. Il centro-destra cerca di rifondare se stesso, perché è evidente che senza Silvio Berlusconi, leader carismatico e indiscutibile della coalizione, questa non vince da nessuna parte. Ma è l’ex PDL, oggi fondatore di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, a spiegare che non ci si può più affidare sempre e solo agli interventi del Cavaliere per cercare di vincere, ma che bisogna costruire una casa che accolga gli elettori, quando un giorno Berlusconi non sarà più in campo. E parte dai numeri: il PDL ha perso 8 milioni di voti, ma gli elettori non sono spariti. E proprio Fratelli d’Italia tenta la costruzione di una gamba della coalizione di centro-destra, che da un lato accolga i voti derivanti dalla destra, insomma dagli ex AN, ma dall’altro non la releghi solo a destra. Il punto di svolta di questa costruzione è il seguente: più liberali in economia, ma più conservatori nei valori.
Una sorta di destra all’americana, che sia cioè in grado di interpretare le istanze di segmenti di elettorato più ampi della sola ex AN, come sta cercando di fare uno dei fondatori di FdI, Guido Crosetto, che vorrebbe coinvolgere nell’avventura anche i movimenti liberisti che fanno capo ai Tea Party e quelli di Fare per Fermare il Declino di Oscar Giannino.
Una cosa è certa. La cosa che nascerà avrà un leader e si chiama Giorgia Meloni, classe ’77, che a Roma ha preso oltre il 5% alle amministrative di due settimane fa, in un panorama di crollo generale di tutto il centro-destra, quando alle elezioni politiche di febbraio, Fratelli d’Italia si era fermato all’1,9%. Un trend che fa ben sperare.
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