E’ guerra aperta tra PD e PDL sul calendario dei lavori per la Giunta delle elezioni al Senato. Ieri, l’ufficio di presidenza avrebbe dovuto stilare un preciso calendario per le riunioni riguardanti la discussione e il voto sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi, dopo la sentenza di condanna definitiva in Cassazione. Il PDL ha cercato di dilungare i tempi, nella speranza che si possa giungere più in là a un accordo politico per evitare che il Cavaliere sia estromesso dalla politica per via giudiziaria. Al contrario, PD e Movimento 5 Stelle hanno fatto di tutto per evitare azioni dilatorie. Tanto che la posizione ufficiale dei democratici è stata alquanto dura: il problema è del PDL, prendano le distanze dal loro leader.
Inaccettabile per tutto il PDL la volontà degli avversari politici di decapitare il partito del suo leader indiscusso. E lo stesso ministro Maurizio Lupi avverte che la riunione della Giunta di lunedì prossimo sarà un giorno cruciale per il governo. E il capogruppo al Senato del PDL, Renato Schifani, ribadisce che il suo partito non vuole la crisi di governo; la vorrà il PD, se voterà in Giunta per la decadenza di Berlusconi.
Alla fine, un minimo di calendario è stato abbozzato. Si è previsto che la Giunta si riunisca il lunedì 9 settembre, ma non di mattina, bensì alle 15 di pomeriggio, secondo quanto ha stabilito il presidente Dario Stefàno (Sel). Ci sarà solo la relazione di Augello (PDL), seguita dagli interventi dei componenti e alla fine si deciderà il calendario. L’obiettivo del PDL è di evitare che lo stesso giorno o l’indomani si voti, magari puntando a rinviare la questione alla Consulta o in attesa che il Cavaliere presenti ricorso e riceva una risposta dalla Corte di Strasburgo sui diritti umani. Ma nulla è scontato.