Slittano i tempi per il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi nella Giunta per le elezioni di Palazzo Madama. La conferma arriva dal componente di Scelta Civica, Benedetto Della Vedova, il quale ha annunciato l’aggiornamento a giovedì. Il PDL ha, intanto, trasformato la richiesta di esame delle pregiudiziali in considerazioni preliminare alla relazione del senatore Andrea Augello. In sostanza, tre sono le pregiudiziali apposte nella relazione e su cui la Giunta sarà chiamata a votare: richiesta di ricorso alla Corte di Strasburgo; se bocciata, invio degli atti alla Consulta per la verifica della costituzionalità delle legge Severino; se bocciata anch’essa, conferma dell’elezioni di Silvio Berlusconi come capolista al Senato nella regione Molise.
Il clima è di tregua armata temporanea tra PD e PDL, anche se decisivo sarebbe stato l’intervento del capo dello stato, il quale ricevendo una delegazione di Barletta, in ricordo della rivolta anti-nazista di 70 anni fa, ha invitato a uno spirito di unità nazionale, ad evitare di mettere in discussione tutto, perché altrimenti “tutto può crollare”.
Secondo più di un osservatore, le parole di Napolitano sarebbero state un invito in codice al PD ad evitare il muro contro muro con il PDL, perché a rischio ci sarebbe la tenuta anche del governo Letta.
Ovviamente, la questione non è tanto di rimandare il voto di uno o due giorni, quanto di arrivare a una soluzione politica del caso Berlusconi, che finora non s’intravede, come confermano le parole del segretario piddino Gugliemo Epifani, per cui “o si vota la decadenza, o è la giungla”.