Greenpeace contro il nucleare, striscione anti-Berlusconi

Nonostante la marcia indietro del Governo che ha recentemente proposto una moratoria di almeno un anno per valutare a mente fredda vantaggi e rischi, il tema del nucleare in Italia resta sempre caldissimo. Anche perché il referendum del prossimo 12 e 13 giugno resta in piedi.

Questo hanno voluto ricordare gli attivisti di Greenpeace che, come spesso succede all’organizzazione ambientalista mondiale, si sono resi protagonisti di un’azione tanto spettacolare quanto efficace per far parlare concretamente del problema. Nella mattinata di lunedì, quando ancora la maggioranza dei romani dormiva, alcuni di loro hanno scalato il balcone di Palazzo Venezia, nel pieno centro della capitale, e hanno srotolato uno striscione per contestare le ultime frasi del presidente Berlusconi sul possibile riutilizzo dell’energia nucleare nel nostro Paese. In particolare, lo slogan posto al fianco della faccia del Premier, era ‘’Italiani, il vostro futuro lo decido io’.

Secondo Greenpeace la campagna per il ritorno al nucleare in Italia, indipendentemente dall’emozione suscitata dal recente disastro atomico nella centrale di Fukushima, sarebbero in netto contrasto con la volontà popolare, come conferma il responsabile della campagna sul Nucleare dell’organizzazione, Salvatore Barbera: “E’ inaccettabile che su una scelta come quella del ritorno all’energia nucleare, che vorrebbe anche significare una presenza di scorie radioattive permanente nei prossimi secoli, il nostro governo stia boicottando apertamente la possibilità dei cittadini di esprimere la propria opinione. Il tema dell’accettabilità dei rischi nucleari deve portare ad un dibattito pubblico ampio e partecipato. Per questo abbiamo inviato al governo la richiesta di un incontro per chiedere che si faccia garante dei diritti democratici di partecipazione e di voto dei cittadini, ritirando il decreto-imbroglio e assicurando lo svolgimento del referendum”.

Inoltre, per rendere ancora più efficace la sua iniziativa, Greenpeace ha anche lanciato una petizione online nella quale tutto il popolo di internet può impegnarsi a votare ‘sì’ nel referendum di metà giugno. Sempre che si faccia.

 

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