Silvio Berlusconi e Matteo Renzi dovrebbero incontrarsi quasi certamente sabato per mettersi d’accordo sulla legge elettorale. La notizia è di fatto ufficiale e rappresenta un grande passo in avanti nelle trattative per riformare il Porcellum, perché si vocifera che il segretario del Partito Democratico e il leader di Forza Italia abbiano già trovato un accordo di massima sul modello spagnolo: piccole circoscrizioni, che di fatto impediranno l’accesso in Parlamento alle liste minori e premio di maggioranza al 15-20% alla lista che riscuote più voti.
Contrari all’ipotesi Angelino Alfano e il Nuovo Centro Destra, che sulla questione minacciano di fare saltare in aria il governo. Ma Renzi non avrebbe intenzione di fermarsi dinnanzi ai diktat dell’alleato scomodo, limitandosi semmai a concedere a questi solo la creazione di nove circoscrizioni più grandi, corrispondenti alle maggiori aree metropolitane italiane.
Ma l’ala sinistra del PD si rivolta contro l’atteso incontro del segretario con Berlusconi. Gianni Cuperlo attacca, sostenendo che il sindaco di Firenze non dovrebbe incontrare un uomo condannato per frode fiscale.
In realtà, i giochi sarebbero sostanzialmente fatti. Da decidere sarà solo il luogo in cui l’incontro dovrebbe tenersi, perché sul punto Renzi avrebbe ancora dubbi se farlo in Via del Nazareno, presso la sede del PD.
Il modello spagnolo rappresenterebbe per il Cavaliere una vittoria, perché si tratta del tipo di riforma da lui perseguita in questi mesi. Resta da verificare cosa accadrà alle preferenze e quale soglia di sbarramento sarà fissata per entrare in Parlamento. Con liste più corte, è probabile che sia superata la dichiarazione di incostituzionalità della Consulta, anche senza reintrodurre le preferenze.