La Corte di Appello di Milano ha confermato la condanna di primo grado nei confronti di Silvio Berlusconi con riguardo al caso dei diritti TV di Mediaset. Assolto ancora una volta il presidente del gruppo, Fedele Confalonieri. Il leader del centro-destra si vede, dunque, confermare la reclusione a 4 anni e l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Una sentenza molto attesa, in verità. Adesso, l’attesa è per quanto potrebbe decidere la Cassazione, la quale potrebbe anche ribaltare l’esito dei primi due gradi di giudizio e prosciogliere Berlusconi, così come potrebbe annullare il processo di secondo grado e rinviare l’imputato in appello. O ancora, resta lo scenario della prescrizione. In ogni caso, la sentenza di ieri pone un serio problema di sopravvivenza per il governo Letta. Sebbene il leader del PDL abbia commentato la conferma della condanna, sostenendo che il governo andrà avanti, la tensione politica tra PD e PDL (vedasi caso Nitto Palma alla presidenza della Commissione Giustizia del Senato) potrebbe fare implodere l’esecutivo.
Per contro, il centro-destra ha ottenuto ieri la presidenza della Commissione Giustizia del Senato, facendo eleggere Nitto Palma. Ma il PD ha votato scheda bianca, per cui sono stati determinanti i voti di Scelta Civica, di Gal e Autonomie e -pare- della Lega Nord.
Il caso, tuttavia, fa emergere le difficoltà interne al PD, che ancora una volta non riesce a mantenere gli impegni che formalmente si è assunto con l’avversario-alleato di governo. Tanto che proprio sulla giustizia potrebbe arrivare il liberi tutti definitivo dei democratici, ponendo fine alla presumibilmente breve esperienza di Enrico Letta premier.