La Legge di Stabilità promette 200 euro in più per i redditi bassi

Cesare Damiano sulla Legge di StabilitàLa Legge di Stabilità è un cantiere aperto e ancora caotico, le discussioni all’interno del parlamento e della stessa maggioranza sono ancora molto intense e la versione originale della legge potrebbe essere radicalmente cambiata. Le clamorose rivelazioni dell’Istat, che di fatto con le sue ricerche ha smentito il Governo stesso, ha dato una dura scossa al Ministero dell’economia: nel 2014 l’aumento del Pil non sarà del 1,1% ma soltanto del 0,7%, per questo motivo è necessaria una radicale modifica del piano d’azione. Le proposte ci sono e si susseguono l’una all’altra, ma i dubbi sulla reale efficacia della Legge di Stabilità derivano dalla grave instabilità politica del Governo delle larghe intese.

Intanto lo stesso Governo sta studiando un possibile abbassamento del cuneo fiscale, il tutto andrebbe a vantaggio delle famiglie che denunciano un reddito annuale inferiore ai 30 mila euro. Le persone in maggiore difficoltà economica potranno così beneficiare di 200 euro in più sulla busta paga, denaro che probabilmente sarà devoluto in un’unica rata. È qualcosa in più rispetto a quei famosi 14 euro che tanto avevano fatto adirare Enrico Letta, ma resta tuttavia una manovra che, se non accompagnata da altri provvedimenti, avrebbe scarsa utilità. Per questo motivo il discorso è ancora aperto sia per quanto riguarda la casa, con le varie idee di abbassare le nuove tasse, che la crescita, con investimenti mirati tesi a rilanciare l’economia.

Sembra che finalmente anche nel Ministero dell’Economia abbiano capito che, per rilanciare l’economia, sia doveroso non infierire con tasse e detrazioni sulla popolazione. Ecco che si sta studiando la modifica della norma sulle pensioni, che aveva sollevato tante polemiche alla sua presentazione. È Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera e uomo vicino a Stefano Fassina, a spiegare la situazione: “Le norme relative all’indicizzazione delle pensioni vanno modificate perché sono inique, non si può ancora mortificare il potere d’acquisto dei pensionati che, tra l’altro, sono la stampella di molte giovani famiglie.

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