Matteo Renzi e Silvio Berlusconi s’incontrano questo pomeriggio presso la sede del Partito Democratico a Roma, in via del Nazareno. Lo ha annunciato ieri sera lo stesso segretario del PD, il quale ha chiarito che su questo punto non ha intenzione di indietreggiare e che intende incontrare tutti e dappertutto. Renzi ha fatto capire che con il Cavaliere cercherà di stringere per trattare una riforma della legge elettorale sul modello spagnolo. E aggiunge: i piccoli partiti non possono avere il diritto di veto. E se ci sarà un accordo vero con Forza Italia, Angelino Alfano ci starà.
Ma i problemi sono adesso tutti all’interno del Partito Democratico, perché l’ala bersaniana, ora rappresentata da Gianni Cuperlo, presidente del partito, ha chiarito che se ci sarà un accordo con Berlusconi, la maggioranza salta.
L’ala sinistra del partito vede con preoccupazione il filo diretto di Renzi con il Cavaliere, perché teme la perdita di consenso tra la base.
Ma il segretario è stato irremovibile: o la politica romana organizza un suicidio di massa o fa le riforme. E tra quelle istituzionali invocate dal sindaco di Firenze c’è anche l’elezione diretta del presidente della Repubblica, considerato un tema del centro-destra, segno del riposizionamento del PD di Renzi nell’arena politica.
Il modello spagnolo favorirebbe i due grandi partiti – PD e Forza Italia – in quanto prevede circoscrizioni elettorali di piccole dimensioni, tali per cui i piccoli partiti non potrebbero ottenere seggi, nemmeno superando lo sbarramento formale su base nazionale. Si starebbe pensando a un’ipotesi di mediazione per consentire anche agli alfaniani di approvare la riforma e superare l’ostacolo della minaccia di caduta del governo, anche se Renzi non è così interessato alle sorti di quest’ultimo.
