Intervenendo a Sky TG24, il premier Enrico Letta ha definito il voto di fiducia dello scorso mercoledì da parte del PDL la chiusura del ventennio politico berlusconiano, la fine di un ciclo. Lo stesso premier ha affermato di avere rispetto per quanto starebbe avvenendo nel PDL, attraverso un dibattito interno molto acceso. Ma ci pensa il segretario del PD, Guglielmo Epifani, a completare la raffica degli interventi a sinistra sul centro-destra, quando in un’altra intervista auspica che Alfano e i suoi facciano i gruppi autonomi, in modo da mostrare chiarezza sul sostegno al governo e sulla presa di distanza dalla linea del Cavaliere.
Immediata la reazione di tutto il partito, con lo stesso Alfano, che tre ore dopo emette una nota in cui parla di indebite ingerenze sulla vita del PDL, mentre tutti gli uomini schierati con l’ex premier definiscono le affermazioni di Letta ed Epifani una sorta di volontà di comandare il partito, cercando di dare ordini ad Alfano. Da Mariastella Gelmini a Maurizio Gasparri, passando per Renato Brunetta, il coro è unanime: Letta e la sinistra si astengano dall’esprimere opinioni su cosa il PDL debba o non debba fare per organizzarsi al suo interno.
Intanto, l’ex governatore pugliese Raffaele Fitto lancia la sfida del congresso. Sostenuto da numerosi big del partito, tra cui la stessa Gelmini, la Carfagna, Bondi, Gasparri, Bernini, Rotondi, Capezzone, Prestigiacomo e Galan, solo per citarne alcuni, Fitto potrebbe essere sostenuto dietro le quinte dallo stesso Cavaliere per contendere la leadership ad Alfano per la guida del partito, attraverso il primo congresso realmente democratico del PDL-Forza Italia.