Letta salva Alfano, ma non il PD. E Repubblica attacca

Letta salva Alfano, ma non il PD. E Repubblica attaccaIl premier Enrico Letta ha di fatto salvato Angelino Alfano, oggetto ieri di una mozione di sfiducia al Senato, presentata da Movimento 5 Stelle e Sel. Il discorso del premier è stato una difesa strenua dell’operato del suo ministro dell’Interno, tanto da avere chiesto all’Aula un voto di fiducia per l’esecutivo; come dire: chi vota in favore della mozione è contro il governo. Alla fine, hanno votato per mandare a casa Alfano solo in 55, 13 si sono astenuti (Lega Nord) e 226 hanno votato contro (PDL e PD). Ma l’esito della votazione ha mandato in subbuglio proprio il partito di Guglielmo Epifani, che si trova stretto tra il dissenso di alcuni suoi parlamentari, la rabbia della base e le invettive di “Repubblica”, che ieri titolava ironico: “Il PD salva Alfano”.

Solo tre hanno fatto mettere a verbale il loro dissenso, non partecipando al voto. Sono i soliti Puppato, Tocci e Ricchiuti. Qualcun altro ha solo esternato il suo fastidio nel “salvare” la poltrona ad Alfano, ma si è messo in riga con quanto disposto dal partito.

Ma quel che emerge d’inquietante dentro al PD è l’assoluta spaccatura tra renziani e dissidenti da una parte e resto del partito dall’altra. Il sindaco di Firenze ha subito una bruciante sconfitta, perché le sue spinte anti-Alfano/Letta sono andate a sbattere contro il Quirinale e lo stesso Palazzo Chigi, prontamente intervenuti per difendere la posizione del ministro.

Renzi è stato isolato anche nel partito, perché a nessuno avrebbe fatto comodo che egli s’intestasse una vittoria del PD contro un esponente di spicco del partito avversario, mal sopportato in maggioranza. E, tuttavia, adesso Epifani si trova con il cerino in mano, perché la base è furente, i consensi in calo e il gruppo di De Benedetti sembra avere abbandonato la dirigenza, per aprire all’unica speranza di vittoria del centro-sinistra: Matteo Renzi.

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