E’ morto ieri nella sua abitazione romana Giulio Andreotti, senatore a vita e sette volte presidente del consiglio. Aveva 94 anni. La sua carriera politica era iniziata nel 1946 con l’elezione all’Assemblea Costituente e successivamente fu sempre rieletto alla Camera, a partire dal 1948 fino al 1991, quando l’allora presidente Francesco Cossiga lo nominò senatore a vita. Una vita spesa al servizio delle istituzioni, ricoprendo numerosi incarichi come sottosegretario, ministro e, appunto, premier per sette volte. Esponente dell’ala destra della Democrazia Cristiana, quella più conservatrice e anti-comunista, Andreotti fu fortemente avversato da tutta la sinistra italiana, sia del PCI che del PSI. Paradossalmente, però, in una fase di emergenza per il terrorismo rosso, nel 1976 il suo governo poté nascere proprio con l’astensione del partito comunista. Lo stesso Bettino Craxi non lo aveva proprio in simpatia, tanto da soprannominarlo “Belzebù”. Ma anche con lui nacque un sodalizio politico, che specie nella seconda metà degli anni Ottanta prese il nome di Caf (Craxi-Andreotti-Forlani), retto su un interesse personale e partitico reciproco.
Nel 1992 fu a un passo dall’elezione a presidente della Repubblica. Ma le bombe a Capaci e in via Amelio spensero il sogno di coronamento della sua carriera politica, mandando al Quirinale il più anonimo Oscar Luigi Scalfaro.
Con la fine della Seconda Repubblica inizia una nuova fase tormentata per Andreotti, raggiunto da avvisi di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa e per il presunto coinvolgimento nell’assassinio del giornalista Mino Pecorelli, avvenuto nel 1979.
Assolto sempre in primo grado, ma condannato in appello per entrambi i processi, nel primo caso la Cassazione giudicherà prescritto il reato, nel secondo, invece, darà piena ragione al senatore a vita, annullando la sentenza di appello.
Nel 2008, il regista Paolo Sorrentino gli dedica una pellicola, “Il Divo”, in cui Giulio Andreotti viene descritto come una personalità cinica e quasi apatica, ripercorrendone la fine politica nei mesi del 1992.
I funerali si terranno oggi in forma privata nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini a Roma.