Continua la bufera sul ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, accusata di avere fatto scarcerare Giulia Ligresti, figlia dell’ingegnere Salvatore, arrestata insieme ai fratelli per il caso Fondiaria-Sai. Le presunte pressioni del ministro sul Dap, affinché una smagrita Giulia lasciasse il carcere per andare ai domiciliari ha scatenato le indignazioni del Movimento 5 Stelle che chiedono le dimissioni della Cancellieri. Il motivo di tanta ira è dettato dal fatto che il figlio del ministro, Piergiorgio Peluso, è stato a capo della FonSai proprio negli anni della gestione Ligresti, per cui l’atto “umanitario”, come lo definisce il ministro stesso, sarebbe considerato una sorta di scambio di favori tra i Ligresti e la famiglia della Cancellieri. La quale, però, replica sdegnata alle accuse, ribadendo di essere intervenuta in altri 115 casi simili di reclusi non famosi e si dice non pentita del gesto, perché Giulia Ligresti aveva perso molto peso e rischiava la vita in cella.
Il PD è in imbarazzo. Il caso Cancellieri è molto simile a quello Ruby, quando l’ex premier Silvio Berlusconi chiamò gli agenti per ottenere che la giovane fosse rilasciata, essendo in stato di fermo. Per quell’atto, il Cavaliere è stato condannato a sette anni di reclusione per abuso d’ufficio.
E la posizione del PDL sul caso è chiara: difendere il ministro, rifiutando di votare per le sue dimissioni, ma allo stesso tempo ribadendo in Aula l’inaccettabilità della politica dei due pesi e delle due misure. Il ministro riferirà alla Camera domani e il dibattito si preannuncia tesissimo, con le opposizioni compatte nel chiedere chiarimenti e i democratici sempre più imbarazzati nel sostenere la linea di Palazzo Chigi, di difesa senza se e senza ma dell’operato del suo ministro.