La giornata politica di ieri era iniziata alle ore 11.00, quando il segretario del PDL, Angelino Alfano, accompagnato da Fabrizio Cicchitto e da Maurizio Gasparri, era salito al Colle, per incontrare il capo dello stato, Giorgio Napolitano, al fine di esprimergli la propria preoccupazione per gli attacchi concentrici delle procure contro il leader del centro-destra, Silvio Berlusconi. Subito dopo l’incontro, Napolitano aveva espresso il suo rammarico per la messa in discussione dell’indipendenza delle toghe, palesando il suo fastidio per la manifestazione del giorno precedente dei quasi 200 parlamentari del PDL, davanti al Tribunale di Milano.
Ma è in serata che arriva il vero colpo di scena, quando sempre Napolitano convoca al Quirinale il comitato di presidenza del Csm e pronuncia un discorso durissimo contro i magistrati, invitandoli all’equilibrio e a non esasperare le tensioni politiche in una fase così delicata, ammonendo che deve essere garantita la partecipazione politica a Silvio Berlusconi.
Una presa di posizione netta. Forse, il PDL non avrebbe potuto sperare di meglio, anche se alle parole tutti sperano possano seguire i fatti.
Soddisfazione è stata espressa dal San Raffaele, dove si trova ricoverato per una congiuntivite acuta, da Berlusconi, il quale ha invitato i suoi a non isolarsi e a non alzare i toni oltre il dovuto, permettendo così al presidente della Repubblica di avere uno spazio di manovra ampio per fare valere e proprie ragioni.
Resta la minaccia di un Aventino del partito, ossia di non partecipare a nessuna convocazione del Parlamento, in modo da esternare la propria protesta contro gli attacchi politici di certa magistratura. Tuttavia, il quadro sembra in evoluzione e le parole di Napolitano potrebbero rappresentare un punto di equilibrio in una fase così caotica della politica italiana.