A volte vengono accusati di essere “mammoni“, altre vengono invece definiti “bamboccioni“, tutto questo poichè la permanenza a casa di mammà è decisamente più elevata per i ragazzi della penisola italiana rispetto alla media di tutto il continente europeo.
Impossibile negare che i legami familiari in italia, specialmente nel sud, siano molto più stretti rispetto al resto dell’europa, ma in base ad uno studio della Banca d’Italia il 60% dei giovani fino ai 34 anni vive in casa dei genitori per colpa della crisi economica, che non permette ai ragazzi di rendersi autonomi.
Il titolo dello studio è proprio “Uscita di casa e prezzi degli immobili. Il caso italiano” e mostra che negli ultimi 15 anni le quotazioni immobiliari sono raddoppiati, mentre i salari dei giovani sono stati ridotti all’osso, a questo si aggiunga la precarietà lavorativa, ormai divenuta una regola.
Tutte questi motivi hanno portato alla situazione attuale, così, se nel 1983 il 49% dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni abitava con i genitori, oggi questa percentuale è salita al 59%. Chi ha meno di 24 anni vive in famiglia nel 90% dei casi, mentre nella fascia d’età tra i 30 e i 34 anni il 29% non è ancora uscito di casa (30% per gli uomini e 20% per le donne).
Abitare in casa coi genitori per molti è una vera e propria necessità, i giovani infatti oltre a non poter permettersi una casa, non possono nemmeno accendere un mutuo, non avendo garanzia sufficienti da offrire alle banche per un mutuo per la prima casa. Chi riesce a fare il grande salto e abbandonare la casa dei genitori, il più delle volte, non è né più bravo, né più ricco dei suoi coetanei: semplicemente ha una famiglia alle spalle. Il 30% dei giovani che ha una casa di proprietà, infatti, l’ha avuta in regalo da mamma e papà.
L’alternativa sarebbe ovviamente l’affitto che dal 1998 al 2006 è cresciuto in media dell’80%. Nonostante ciò, in base ad un’indagine Censis il 36,6% dei giovani abita in affitto mentre i propietari di casa sono soprattutto ultraquarantenni.