Il Popolo della Libertà scenderà in piazza sabato a Brescia, per protestare contro la sentenza di condanna in appello di Silvio Berlusconi, leader del centro-destra, in riferimento al caso sui diritti TV di Mediaset. Tutti i parlamentari del PDL hanno espresso parole molto dure contro i magistrati di Milano, rei di avere nei confronti di Berlusconi una volontà persecutoria a fini politici. E se l’Anm definisce gravi le parole del Cavaliere e del suo partito, parlando di “delegittimazione” della magistratura, è lo stesso Berlusconi a chiarire che in ogni caso non sarà messa in discussione la tenuta del governo, perché il sostegno del PDL potrebbe venire meno solo se l’esecutivo Letta non desse seguito alle proposte di tipo fiscale del centro-destra, come l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa e la restituzione di quella pagata nel 2012, oltre che un generale abbassamento delle tasse.
Sul fronte opposto, il PD si prepara anch’esso per sabato, ma per l’assemblea che dovrà decidere le sorti della segreteria, dopo le dimissioni di Pierluigi Bersani. Il partito è nel caos. Non esiste una linea comune sul futuro da seguire, né un nome condiviso dalle parti, specie dopo che il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, si è tirato indietro, intimorito di ereditare la guida di un partito già morto.
I “ribelli” al governissimo cercano di fare massa critica, con Laura Puppato che invita prodiani e Civati a sostenere la sua mozione, che rispolvera l’anti-berlusconismo, arrivando a proporre anche l’abbandono del governo Letta e la formazione di una maggioranza con Sel e Movimento 5 Stelle.
L’unica certezza, in verità, è che nessuno dei contendenti gode di fiducia ampia dentro al PD, tanto che il Corriere della Sera oggi avverte che sabato potrebbe scoppiare la rissa.