L’Italia sta vivendo un periodo fondamentale in cui si decideranno le sorti future, tra spread ai minimi dal 2011 e disoccupazione ai massimi dagli anni ’70, è proprio un momento in cui non si può abbassare la guardia. Lo sa bene quel 42,6% di pensionati che ricevono una pensione mensile inferiore ai mille euro, e che ogni giorno devono fare i conti con un portafoglio che fatica a sostenere il costo della vita. Mentre l’attuale Ministro dell’Economia promette che queste pensioni non verranno ulteriormente ridotte, c’è chi invece denuncia l’imbarazzante sproporzione tra una maggioranza di pensioni minime e una minoranza di pensioni di lusso.
Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia dell’attuale Governo, ha voluto chiarire le cose in materia di pensioni. In visita ad Atena, il ministro ha chiarito: “Le pensioni, come ha detto il premier Renzi chiaramente, non si toccano. Tuttavia i dettagli andranno discussi”. E il riferimento è da attribuirsi proprio a quelle riforme che l’esecutivo sta programmando e che già a maggio, attraverso il taglio dell’Irpef, dovrebbero dare i loro frutti: “Gli 80 euro in busta paga – per chi guadagna meno di 1500 euro al mese – arriveranno in tempo: i provvedimenti saranno presentati in tempo e i risultati saranno in tempo.”
Le pensioni più povere dunque non verranno toccate e, anzi, voci provenienti dal Governo lasciano intendere che presto arriveranno proposte per dare un mano a chi, in quel 42,6% di pensioni povere, recepisce addirittura meno di 500 euro mensili. I dati sulle pensioni li ha diffusi l’Istat e fanno riferimento al primo anno successivo la riforma Fornero, ovvero il 2012. Si può presumere che dopo poco più di un anno le cose non siano tanto cambiate e che persista quello 0,1% di pensionati di lusso che guadagnano più di 10mila euro al mese.