La totalizzazione dei contributi: che cos’è? Come ottenerla?

Ottenere la pensione è un diritto per tutti i lavoratori: dopo tanti anni di sospirato lavoro è giusto godersi i frutti delle proprie fatiche. Ma i lavoratori che hanno versato i loro contributi in casse diverse, in vari fondi previdenziali, come devono comportarsi? Si possono sommare tra di loro le varie anzianità?

La risposta è certamente positiva: in questo modo sarà possibile fruire di un’ unica pensione di invalidità o vecchiaia. E’ un’ operazione completamente gratuita e il nome preciso è totalizzazione.

Dunque il lavoratore che ha versato dei contributi in diverse gestioni previdenziali, non maturando il diritto alla pensione in nessuno di esse, può “unirli”, per conseguire appunto questo diritto. I periodi, vanno sommati e non devono essere coincidenti.

La totalizzazione prevede che il periodi contributivi in questione siano di almeno 6 anni: mentre per periodi inferiori si deve optare per il ricongiungimento a pagamento.

CHI PUO’ EFFETTUARLA?

Tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti. I richiedenti devono aver raggiunto i 65 anni di età con venti anni di contributi, o possedere i 40 anni di contributi al di là dell’ età anagrafica.

I lavoratori dipendenti e autonomi quali: artigiani, commercianti, coltivatori diretti. Anche gli iscritti alla gestione separata Inps: co.co. co/ pro, liberi professionisti, percettori di assegni e borse di studio, medici con contratto di formazione specialistica.

Anche sacerdoti secolari e ministri di culto delle confessioni diverse da quella cattolica, autorizzate dal ministro dell’Interno. Possono ricorrere alla totalizzazione anche i liberi professionisti iscritti a una Cassa privatizzata e/o privata.

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