La data limite è giovedì, ultimo giorno di giugno. Sarà allora che il governo varerà la nuova manovra fiscale che punta a centrare il bilancio nel pareggio entro la fine del 2014, come espressamente dichiarato dal premier Berlusconi e come soprattutto richiedono gli impegni presi con la Comunità Europea e con i mercati mondiali.
Un ulteriore ritocco che servirà anche a sostenere una crescita asfittica, richiesta da molte parti per una volta concordanti, dalla Confindustria ai sindacati passando per la Associazioni di categoria. Dalle indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni sarà una manovra che punterà molto sulle pensioni, sulle nuove aliquote fiscali ma anche sulla riduzione delle spese inutili, soprattutto quelle legate ai benefit dei politici.
Andandola ad analizzare più in concreto, in attesa di avere le definitive conferme dalle carte, dovrebbe aumentare l’età pensionabile delle donne lavoratrici nel settore privato, portata a 65 anni con una crescita scandita da cadenze regolari. Una misura che porterebbe ad un risparmio di circa un miliardo di euro l’anno. Inoltre ai collaboratori verrebbero aumentati i contributi del 33% mentre sarà possibile un prelievo sulle cosiddette ‘pensioni d’oro’ che superano di almeno otto volte il minimo previsto.
Una parte fondamentale la registreranno le tasse: tre le aliquote Irpef sul piatto preparato dal ministro Tremonti, da 20, 30 e 40%, con innalzamento dell’Iva solo per le aliquote più alte (ossia 10 e 20%) mentre l’Irap sarà abolita dal 2014. Inoltre proroga almeno sino a dicembre degli Studi di Settore e introduzione di un massimo di 5 imposte: oltre all’Irpef e all’Irap rimarranno Iva, Ires e Imu.
Molto corposo, almeno sulla carta, il taglio delle spese superflue, quelle che fanno imbestialire gli italiani comuni. Le ‘auto blu’ avranno una cilindrata massima di 1.6 e non saranno quindi più berline extralusso, con un regime più attento di assegnazione. Inoltre i voli di Stato saranno liberi solo per le quattro cariche più alte mentre per tutti gli altri, ministri compresi, ci sarà bisogno di una richiesta formale. Tagliati tutti i benefici, dall’auto al telefono e all’ufficio, per chi decada da incarico pubblico, così come le pensioni e i vitalizi; così come dovrebbe essere per i finanziamenti ai partiti e alle dotazioni finanziarie previste per Camera e Senato nonché altro Organi costituzionali. Inoltre dal prossimo anno tutte le elezioni, referendum compresi, saranno fissate nelle stesse giornate.
E ancora un risparmio tra i 5 e i 10 miliardi con il federalismo fiscale per la Sanità (dal 2013), tagli di almeno 5 miliardi per i Ministeri, congelamento per gli stipendi pubblici con blocco del turnover, razionalizzazione dei trasferimenti ai comuni premiando quelli maggiormente virtuosi, riprogrammazione dei fondi Cipe per le grandi opere ancora non realizzate, bonus unico per i figli e tassazione sulle rendite finanziarie portata al 20% per tutti i titoli dal 2012, esclusi quello di Stato.