Se ieri abbiamo parlato di quelli che sono i conti attuali per le pensioni italiani e del calo complessivo di domande presentate in questo 2012, frutto dei nuovi scalini introdotti già nel 2011, bisognerà anche prepararsi alla riforma che entrerà in vigore dal prossimo anno quando saranno operative le norme previste dalla Riforma Fornero che prevede come sappiamo un allungamento complessivo dei tempi.
Il punto di partenza del nuovo meccanismo deriva dalle aspettative di vita uniti ai coefficienti di trasformazione in rendita e ai requisiti di età. Dal prossimo gennaio quindi l’età per andare in pensione sarà strettamente agganciata alle aspettative di vita; sostanzialmente più crescerà questa, più salirà l’età pensionabile, che dovrebbe arrivare secondo le ultime stime a toccare i 70 anni nel 2017.
I coefficienti di trasformazione, ossia le percentuali applicate alla somma dei contributi accantonati, andranno a determinare il livello della pensione con la quale si potrà andare via dal lavoro. E per tutti assisteremo ad un calo, ovviamente in proporzione, soprattutto se non si avrà la pazienza o la possibilità di aspettare oltre i 65 anni. Chi volesse ottenere di più dovrà ricorrere ad una pensione integrativa.
Quanto alla pensione di vecchiaia il limite è fissato (salvo ulteriori modifiche) a 66 anni e 3 mesi per gli uomini e 62 anni e 3 mesi per le donne, per le autonome a 63 anni e 9 mesi, mentre per la pensione di anzianità ci vorranno 42 anni e 5 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi di contributi per le donne. Fino al 2015 comunque le donne avranno la possibilità di andare in pensione con 57-58 anni di età e 35 di contributi, sia che siano dipendenti come autonome.